Un indovino mi disse, di Tiziano Terzani

Ho appena finito di leggere “Un indovino mi disse”, di Tiziano Terzani. Un classico della letteratura di viaggio che ho scoperto solo ora, nonostante sia uscito nel 1995, ma che ritengo intramontabile. Meglio tardi che mai, d’altronde!

Siamo a Hong Kong, è il 1976. Il noto giornalista di Der Spiegel Tiziano Terzani riceve da un indovino una predizione che gli cambierà la vita: “Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell’anno non volare. Non volare mai!”
E così avviene. Terzani decide di stare al gioco e seguire lo strampalato -almeno in apparenza- consiglio dell’indovino, spostandosi in lungo e in largo per l’Asia con qualsiasi altro mezzo che non implichi volare.
Quell’anno segna una svolta nella sua vita: la forzatura che si è imposto lo porta a riscoprire il vero significato di viaggio e incontro con l’altro. Attraverso Laos, Thailandia, Birmania, Cina, Singapore, isole Malesi, Indocina, Mongolia e Russia, Terzani ripercorre le storie e le vite di ciascun popolo, addentrandosi nei vicoli più remoti delle città, vivendo le difficoltà di varcare i confini, ascoltando storie e incontrando gente che non avrebbe mai conosciuto se avesse viaggiato in aereo. Riscopre “la vera Asia”,  l’Asia dei contrasti, della gente comune, delle strade popolari, dei bordelli e della divinazione.
In ogni città cerca di recarsi da un indovino diverso, un po’ per gioco, un po’ per scommessa, un po’ per curiosità. Da quegli incontri esce a volte divertito, a volte arrabbiato, a volte scettico, a volte meravigliato: cosa ha avuto l’indovino del 1976 di diverso, da spingerlo ad ascoltare la sua profezia?

Terzani affronta diversi temi nel corso del suo lungo racconto: da descrizioni dei luoghi, della gente, dei piatti, delle abitudini fino a riflessioni profonde sul senso della vita e della libertà di un uomo. Viaggiare con lentezza lo aiuta a riappropriarsi del proprio tempo, a toccare con mano cose che nella frenesia quotidiana sfuggono e si dimenticano. Dove sta andando l’umanità? La corsa al progresso e alla modernizzazione sta portando l’uomo a evolversi o ad annientare la propria identità? E la sua amata Asia, che sta scomparendo per ricalcare un modello occidentale che non è fatto per lei, che fine farà? L’arte e la natura faranno qualche differenza? Cos’è la vera felicità?
Questa e altre domande affollano la mente del viaggiatore e scavano nel suo animo man mano che passano i mesi; è un viaggio non solo concreto ma anche spirituale, che compie anche il lettore insieme al protagonista. Terzani approfondisce anche lo stretto legame tra mentalità asiatica e occulto, contrapponendolo al modo pragmatico “occidentale” di considerare gli eventi e il destino.

Questo libro è una fonte di ispirazione, di insegnamento e di interrogazione sul senso vero delle cose. Riesce a trasportare il lettore in quei luoghi, facendogli compiere un viaggio vero e proprio stando sul divano di casa. Una volta conclusa la lettura è difficile non sentirsi un po’ cambiati.

 

<< Allora ci credi?>>

…..

Nel mio caso le sorprese son venute proprio perché sono andato da un indovino. La sua profezia mi ha aperto una specie di nuovo occhio; mi ha fatto vedere cose, gente, posti che non avrei visto altrimenti; mi ha fatto cominciare un anno senza precedenti, seduto in una cesta sulla groppa di un elefante nel Laos e me lo ha fatto finire seduto su un cuscino da meditazione in un ritiro buddhista diretto da un americano ex agente della CIA.

La sua profezia mi ha anche… salvato da un incidente aereo: il 20 marzo del 1993 un elicottero delle Nazioni Unite in Cambogia si è abbattuto con 15 giornalisti a bordo. Fra di loro c’era il collega tedesco che aveva preso il mio posto.

T. Terzani  

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