Una delle cause per cui lotto da anni è far comprendere che il mio è un lavoro e che come tale va rispettato. Che lavorare da casa non è sinonimo di stare sul divano a girarsi i pollici, e non avere orari fissi o cartellini da timbrare non significa avere più tempo. Che è il mio lavoro a tempo pieno e ci devo vivere, pertanto non mi posso svendere proponendo tariffe da fame (concetto difficile da comprendere anche tra colleghi, purtroppo). Che tradurre non è un hobby.
Per sdrammatizzare, ho raccolto alcune delle perle di saggezza che mi sono sentita dedicare nel corso degli anni. Chissà se la lista si allungherà…
1) – Che lavoro fai?
– Sono una traduttrice.
– Dai che bello! Ma a parte questo, che lavoro fai?
2) Lavori da casa?? Bella vita!
3) Ma io dovrei pagare per farmi fare il lavoro che fa Google Translate?
4) Cosa vuoldire *parolaacasosenzacontesto*?
5) Sono dieci pagine, mi servono per domani
6) Dai visto che sei a casa passo a trovarti.
7) Allora lo faccio fare ammiocuggino, ha vissuto un anno a Londra e lo fa gratis.
8) Ma serve studiare per fare il tuo lavoro?
9) Che pignola, basta che si capisca il senso!